La «scandalosa» verità sui non nati che non si può proprio oscurare
Via il manifesto provita. Tanto zelo e una così efficiente rapidità sorprendono almeno per non essere, di solito, all’ordine del giorno nella giungla di buche, incuria, rifiuti, parcheggi senza regole, traffico impazzito, mezzi pubblici scarsi e lenti di cui Roma non riesce a liberarsi. Che poi la 'legalità' comunale si sia abbattuta celermente su un manifesto che difende, appunto, la vita umana e fa aprire gli occhi sul dramma dell’aborto interroga ancora di più. Certo, ci si può appigliare ai cavilli dei Regolamenti. Ma è difficile scacciare il pensiero che sia stata soprattutto una decisione politica. C’è chi censura la Lupa capitolina e i due Gemelli e chi proprio a Roma vuol fare a meno della 'scandalosa' verità sui bimbi non nati. Ma non si può. Proprio no.
Un bambino ucciso ogni 5 minuti. Dal 1978 più di 6 milioni uccisi dall'aborto. Ricordiamo anche questi morti".
Questo il contenuto di migliaia di manifesti apparsi nel centro di Roma in questi giorni. "Il messaggio è sicuramente forte ma rappresenta la pura verità", commenta Toni Brandi, Presidente di ProVita Onlus, perché - continua - pone l'opinione pubblica dinanzi a "ciò che è realmente l'aborto volontario: l'uccisione massiva di bambini innocenti nel grembo materno, con orribili strumenti di morte. Brandi dunque incoraggia gli autori dei manifesti a "proseguire nella buona battaglia".
Di recente ProVita ha dato avvio ad una grande campagna contro l'aborto volontario. In occasione della notizia dei manifesti di Roma, la piattaforma pro-life rilancia la petizione pubblicata sul suo sito "Perché le donne siano davvero informate sull'aborto"."Crediamo che informare le donne sulla vera natura e sulle vere conseguenze dell'aborto volontario non solo faccia onore alla verità, ma contribuisca a salvare vite: sia quelle dei bambini che quelle delle donne coinvolte".