Tra le suggestive montagne di Maratea che si gettano nel mare, contornandolo di tante profonde insenature, si è svolto il Quarenghi 2017: un pittoresco paesaggio che, come chi vuole dare il suo bel benvenuto con una sorpresa, sembra non aspettare altro che stupire gli occhi di chi passa.
È in questa splendida cornice che si è svolta questa bellissima esperienza; e si potrebbe dire che tutto ha avuto inizio con il silenzio rotto dal rumore dei trolley dei primi ad arrivare. Quasi 200 ragazzi provenienti da tutta Italia, dal Nord come dal Sud; c’era chi non poteva far altro che ritornare per il bel ricordo dell’esperienza passata e chi invece era lì per la prima volta. Quest’ultimi erano facilmente riconoscibili dagli sguardi pensierosi e scettici che li caratterizzavano, sguardi che di certo non si sarebbero mai aspettati di essere stupiti dall’esperienza che li stava per coinvolgere.
Io stesso non posso nascondere tutte le preoccupazioni al mio primo Quarenghi: avevo rinunciato alla classica vacanza post-maturità con gli amici e pensavo che mi sarebbe veramente dispiaciuto aver detto no ad un divertimento sicuro per un “fiasco”. Sì, mi avevano detto che era una bella esperienza, con interessanti conferenze che si sarebbero alternate lungo la settimana, ma di certo non mi sarei mai aspettato qualcosa del genere. Non mi scorderò mai quel mio primo Quarenghi, né questo appena trascorso. E come scordarsi delle interessanti conferenze e delle profonde testimonianze che hanno riempito buona parte delle nostre giornate? Come la testimonianza di “Toro seduto”, della sua carrozzina e del suo quasi incomprensibile sorriso che ci ha regalato, insegnandoci come la vita sia qualcosa di misteriosamente grande, addirittura molto più grande di una malattia che ti tiene legato ad una sedia a rotelle.Come scordare tutte le belle parole e gli insegnamenti donatici durante questi intensi momenti? Ma nonostante questo, il segreto della bellezza del Quarenghi non si cela dietro le interessanti conferenze che si alternano durante la settimana e nemmeno in quel mare che ci fa compagnia. Sembra che il segreto della sua bellezza sia qualcosa di misterioso e che rimanga tale per tutta la settimana. I giorni si alternano e la settimana finisce in un lampo, si torna a casa, ed è proprio sul letto, stanchi dal lungo viaggio di ritorno, che il Quarenghi ti stupisce, svelando tutta la sua eccezionale forza. È ritornando alla quotidianità, ripensando a tutti i bei momenti vissuti, che comprendi veramente, l’essenza di quest’esperienza e cosa ti ha insegnato. Attraverso mille storie che si intrecciano tra loro, scopriamo la bellezza dei nostri più nobili pensieri, dimostrando che oggi più che mai, noi giovani abbiamo molto da dire e che siamo tutt’altro che vuoti,come molti al contrario pensano.Questa settimana ha l’insospettabile capacità di sciogliere le nostre bocche abituate troppo spesso a tacere nel silenzio della quotidianità. Parole e riflessioni profondissime nascevano durante i momenti di discussione dopo le conferenze, tanto da provocare le lacrime di qualcuno che magari in quelle stesse parole si rispecchiava, o emozionare chi le stava pronunciando, forse sorpreso dall’effetto che avevano sugli altri o dal suo inaspettato coraggio nel dirle. In quei giorni ho visto crollare, con una gioia evidente sui nostri volti, quel muro d’indifferenza che ci portiamo addosso. Ma l’insegnamento più grande che ho potuto cogliere è che si deve guardare alla bellezza della nostra vita per capire il valore della sua difesa e le ragioni di chi la difende con tenacia.E durante quei giorni, grazie ai caratteri unici e irripetibili di quei 200 ragazzi, comprendi la grandiosità della vita di ognuno di noi e capisci, guardandoli e guardandoti a tua volta, quanto valga veramente la pena combattere per questo grande mistero. Se l’eccezionalità di un evento è attribuibile ad un avvenimento “non comune” ebbene così appare il Quarenghi ai miei occhi. Eccezionale è la speranza che solo qui si legge nei nostri occhi, che in quei pochi giorni, sembrano avere una forza tale da spostare le montagne e cambiare tutto quello che appare impossibile ribaltare.
Proponiamo oggi l’intervista con il responsabile dei giovani del Movimento per la Vita, Tony Persico, rilasciata in vista del 30° Seminario di formazione del Movimento per la Vita.
I giovani potranno anche capire il legame tra vita e pace, ma poi cambierà qualcosa nelle loro scelte?
Tony Persico: La ricetta per passare dalla comprensione all’impegno è semplice, un momento di riflessione e spirito critico, un attimo di indignazione a volte, la forza della speranza e la gioia della condivisione.
Mi sta dando la ricetta del Seminario Quarenghi?
Tony Persico: Proprio così, non è una formula pubblicitaria, ma una ricetta, come dire… Sperimentata! Ogni anno l’incontro dei giovani ha portato frutti di speranza e spesso di contraddizione per i territori. Nelle città che hanno ospitato il seminario sono nati Centri di Aiuto, iniziative di sostegno alle mamme in difficoltà, gruppi universitari impegnati nel mondo accademico. Senza contare i numerosi gesti di impegno quotidiano che hanno fatto la differenza nella vita di tante mamme e anche dei loro bambini. Parlavo prima di condivisione, non è semplicemente l’idea che “l’unione fa la forza”. Noi cerchiamo un di più, il senso dell’amicizia, dell’autenticità, della gratuità: è la reale comunione quel di più che cambia tutto.
La condivisione è anche alla base del vostro volontariato come giovani prolife?
Tony Persico: Tutto quello che facciamo è possibile grazie all’impegno di tanti volontari e in particolar modo della nostra equipe dedicata ai giovani, il loro lavoro senza sosta è il polmone che porta ogni giorno ossigeno alla causa della vita. Una equipe formata da giovani e rivolta ai giovani con un profondo spirito di condivisione. Esattamente come nel nostro volontariato: “solo una mamma sola ricorre all’aborto”, ci ricorda costantemente il nostro presidente nazionale Carlo Casini, mentre la presenza, la relazione, è il primo passo per aiutare una mamma in crisi e salvare una vita, anzi due: quella del bambino che nasce e quella della mamma che scampa l’esperienza tremenda dell’aborto.
E per chi non potrà essere fisicamente al Seminario?
Tony Persico: Ovviamente il seminario non si esaurisce a Maratea… Le relazioni, gli approfondimenti, le interviste e tanti altri spunti saranno disponibili sul blog www.giovaniprolife.org con cui seguiamo non solo il Life Happening, ma anche le altre attività prolife in Italia e in Europa. Non solo, a tutti rinnoviamo l’impegno a spendersi per la cultura della vita proprio sulla rete e sui social network condividendo con i propri amici link, contenuti e iniziative locali.
Cosa può anticipare ai ragazzi e alle ragazze che si preparano ad arrivare a Maratea?
Tony Persico: Arrivando troveranno una comunità ospitale ed un gruppo di volontari che sarà sempre al loro fianco. Li aspetta una settimana al tempo stesso impegnativa ed entusiasmante, un incontro che sicuramente li lascerà cambiati. Durante la settimana potranno approfondire i temi della bioetica insieme ai relatori con l’immediatezza e l’accessibilità che da sempre contraddistingue gli incontri del “Quarenghi”, potranno conoscere il nostro volontariato e soprattutto potranno fare tante nuove amicizie fondate sull’impegno comune e forte in difesa della vita umana. Direi che li aspetta un incontro che oltre a cambiarli gli farà venir voglia di cambiare… anzitutto di cambiare il mondo che li circonda.
Cambiare il mondo? Forse un po’ eccessivo…
Tony Persico: I ragazzi che si impegnano nel volontariato per la vita, a loro modo, hanno già cambiato il mondo. Insieme a tutti i volontari del Movimento per la Vita hanno contribuito a salvare più di centomila bambini nel nostro Paese. Ogni giovane “desidera una vita grande” ce lo ricorda anche Papa Francesco nella sua ultima enciclica; è lui a dirci che questa grandezza passa dall’amore e dal dono. Proprio come diceva Madre Teresa occorre avere il coraggio e l’umiltà di “fare piccole cose con grande amore”. Questo è il nostro segreto per cambiare la storia: cambiare le piccole storie, quelle delle mamme e delle famiglie che incontriamo, per cambiare la storia, quella di tutti gli uomini, ma proprio tutti.
Per ulteriori informazioni:
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