“Che gioia sapere che un bambino è nato e una madre non ha abortito grazie alla Nostra solidarietà: sentirsi non solo genitori di un bambino, ma anche fratello o sorella di una mamma che finalmente sorride. La vita umana è la prima meraviglia… il Progetto Gemma è una dolce carezza a quella gemma.
Progetto Gemma” offre aiuto economico alle mamme in difficoltà. Se il dubbio sul portare avanti la gravidanza è riconducibile a una mancanza economica… il Progetto Gemma è la soluzione.
Il Movimento Per la Vita, infatti, aiuta le mamme in difficoltà economica fornendogli mensilmente 160 euro per 18 mesi dalla nascita del bambino. Un piccolo aiuto che può fare davvero la differenza tra la vita e la morte, come ci insegnano più di 30 anni di storia e di attività dei MPV e CAV.
Chiunque può fare queste adozioni: singoli, famiglie, gruppi parrocchiali, di amici o di colleghi, comunità religiose, condomini e classi scolastiche. Hanno aderito al Progetto anche Consigli comunali e perfino gruppi di carcerati. Spesso l’adozione viene proposta come dono per matrimoni, battesimi, nascite o in ricordo di una persona cara.
Il Centro di Aiuto alla Vita "S.Maria Del Colle - Giovanni Paolo II" ha adottato una mamma in ricordo di Bruno e Paolo che durante la loro vita hanno aiutato molto la nostra associazione e di cui oggi tutti noi ne sentiamo la mancanza perchè preziosi sono stati per l'associazione. Ed, ancora oggi, loro continuano ad aiutare le mamme in difficoltà perchè per una vita che muore ce n'è una che nasce. Lo abbiamo voluto fare anche per dire grazie alla vita se Francesca oggi è sorridente tra noi.
Dal 1994 al 2011, i bambini nati grazie a Progetto Gemma sono stati circa 15.000 e solo per l’anno 2011 le mamme aiutate sono state più di 1000. Essere un numero tra questi ci riempie il cuore di gioia e ci rende orgogliosi di ciò in cui crediamo, a Natale noi abbiamo deciso di far nascere un bambino !!!!!!!!!!!
Sos Vita è formata da persone che hanno scelto di ascoltare, condividere, comprendere e sostenere donne e coppie che si trovano ad affrontare una gravidanza difficile da accogliere, difficile da vivere. Potrai rivolgerti a noi e parlare in totale riservatezza delle difficoltà che stai incontrando, sicura d’essere compresa e sostenuta.
Da oltre 30 anni e con grande passione abbiamo accompagnato più di 160.000 donne e costruito un importante tessuto di relazioni per aiutarle ad essere autonome ed indipendenti. SOS Vita ha come obiettivo unico e fondamentale quello di essere a fianco ad ogni donna e ad ogni coppia in difficoltà per una gravidanza.
Se condividi questi nostri progetti:
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- Puoi donarci ciò che è necessario ai bambini fino a 2 anni o alle mamme in attesa, purchè pulito ed in buono stato.
Chiunque volesse “adottare” la mamma e il suo nascituro può versare per un anno la somma di 200,00 euro mensili ( o l’intera somma di 2400,00 euro) e ricevere al momento della nascita le notizie più importanti sul bambino.
O, semplicemente, fai un’offerta per aiutarci a migliorare i nostri servizi.
INDIRIZZO PER L’INVIO DI OFFERTE TRAMITE CCB
Associazione CAV S. Maria del Colle Giovanni Paolo II
Via del Mare 1,04025 LENOLA LT
Banca Popolare di Fondi
IBAN IT 89 Z 05296 74010 CC00200003004
Si può partorire in anonimato? Anche in ospedale? Che cosa sono le culle per la vita?
Che cosa prevede la legge? Dopo i recenti fatti di cronaca, facciamo un po' di chiarezza.
Un neonato partorito e abbandonato subito dalla madre. E in seguito morto. Meno di un mese fa a Trieste un'altra neonata è deceduta poco dopo essere stata ritrovata in un giardino condominiale. Dopo i recenti fatti di cronaca, la domanda sorge spontanea: si può partorire in anonimato?
Che cosa prevede la legge? Facciamo un po' di chiarezza.
Parto in anonimato, come funziona
La nascita di un bambino è un evento straordinario per una donna. Non tutte però riescono ad accogliere questo cambiamento. Per vari motivi. Quando una futura madre non vuole accogliere questo bambino nella sua vita o non se la sente, ha un'alternativa.
La donna può decidere di partorire in ospedale in tutta sicurezza e non riconoscere il neonato
"In ospedale, al momento del parto, serve garantire la massima riservatezza, senza giudizi colpevolizzanti ma con interventi adeguati ed efficaci, per assicurare anche dopo la dimissione che il parto resti in anonimato - spiegano sul sito del Ministero della Salute. La donna che non riconosce e il neonato sono i due soggetti che la legge deve tutelare, intesi come persone distinte, ognuno con specifici diritti. La legge consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’Ospedale dove è nato (DPR 396/2000, art. 30, comma 2) affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”.
L'adozione immediata del bimbo
"L’immediata segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni della situazione di abbandono del neonato non riconosciuto, permette l’apertura di un procedimento di adottabilità e la sollecita individuazione di un’idonea coppia adottante". Il neonato ha così garantito il diritto di crescere ed essere educato da una famiglia e assumere lo status di figlio legittimo dei genitori che lo hanno adottato. Anche in questo caso, in ogni successiva comunicazione all’autorità giudiziaria devono essere omessi elementi identificativi della madre.
tutto sull'adozione
Secondo l’art. 28 della Legge 2001 n. 149 l'adottato ha il diritto di accedere, a certe condizioni e con una certa procedura, alle informazioni riguardo l'identità dei genitori biologici. L'accesso a queste informazioni però "non è consentito se l’adottato non sia stato riconosciuto alla nascita dalla madre naturale e qualora anche uno solo dei genitori biologici abbia dichiarato di non voler essere nominato, o abbia manifestato il consenso all’adozione a condizione di rimanere anonimo".
La mamma resterà quindi anonima.
Parto in anonimato ed eventuale ripensamento
"La madre che ha particolari e gravi motivi che le impediscono di formalizzare il riconoscimento, può chiedere al Tribunale per i minorenni presso il quale è aperta la procedura per la dichiarazione di adottabilità del neonato, un periodo di tempo per provvedere al riconoscimento".
Per un periodo massimo di due mesi è prevista in questo caso la sospensione della procedura di adottabilità e in questo lasso di tempo la madre deve mantenere con continuità il rapporto con il bambino. Il riconoscimento può essere fatto dal genitore che abbia compiuto 16 anni.
"Nel caso di madre non ancora sedicenne, impossibilitata quindi al riconoscimento, ma che voglia occuparsi del figlio, la procedura di adottabilità è sospesa anche d’ufficio sino al compimento del 16° anno, purché il minore, adeguatamente accudito, abbia un rapporto continuativo con la madre".
E se non partorisci in ospedale
Può anche accadere che si scelga di partorire in casa e non in ospedale. Anche in questo caso è possibile lasciare il neonato al sicuro, senza che nessuno venga mai a sapere chi è la madre. Basta portarlo in speciali culle, una versione moderna della medievale "Ruota degli Esposti". Spesso si trovano vicino agli ospedali, parrocchie o conventi.
Come si legge sul sito culleperlavita.it, che ha anche una mappa delle culle in Italia, questi sportelli sono sempre aperti. C'è un pulsante. Basta premerlo, aspettare l'apertura, lasciare il neonato. Una volta lasciato la stanza si chiuderà per mettere in sicurezza il piccolo e il personale che sorveglia la culla si prenderà cura di lui utilizzando la procedura adottata per i neonati non riconosciuti.
Per sapere di più consulta il sito del Ministero della Salute e il parto in anonimato oppure contattaci.
Tra i molteplici progetti nati in Italia per combattere l’abbandono infantile vogliamo porre in evidenza “Culle per la vita”. In cosa consiste questa iniziativa? Si tratta di una possibilità di accoglienza utile a evitare un estremo gesto di rifiuto.