La culla per la vita è un adattamento moderno e tecnologicamente avanzato della medievale Ruota degli Esposti, il cui primo esemplare comparve nel 1188 nell’ospedale dei Canonici di Marsiglia (Francia). Consisteva in un semplice cilindro ligneo, posto nel vano di una finestra sul fronte strada di un edificio, che ruotava su un perno. La persona addetta all’accettazione, allertata da un campanello, faceva girare l’apertura e accoglieva il neonato. Le ruote si diffusero rapidamente su tutto il territorio nazionale, arrivando al ragguardevole numero di circa 1200 verso la seconda metà dell’Ottocento. Con il passare del tempo non mancarono tuttavia contestazioni e polemiche che portarono alla chiusura di tutte le ruote degli esposti, nel 1923. Per sette secoli e mezzo questo semplice apparecchio aveva salvato migliaia di bambini; bisognerà attendere il 1992 per sentir parlare ancora della ruota (definita ora “cassonetto per la vita”) riadottata dal coraggioso dott. Giuseppe Garrone, fondatore del Movimento per la Vita di Casale Monferrato. Egli si è fatto promotore della riapertura di una rivisitazione, più tecnologica e strutturata, dell’antica ruota degli esposti. Da questo momento in poi le culle sono tornate a popolare il territorio italiano, e continuano a salvare migliaia di bambini dal triste fenomeno dell’abbandono.
Le culle sono tutt’oggi presenti. “Culle per la vita” si vuole proporre come alternativa forte e necessaria all’abbandono dei neonati, e come tale difende la vita ad ogni costo, affinché essa sia garantita a ogni bambino.